Luoghi dei concerti

INFORMAZIONI UTILI

I concerti in Fortezza Vecchia previsti “all’aperto”, in caso di maltempo si svolgeranno nei locali al suo interno.
Il concerto a Suvereto in caso di maltempo si svolgerà presso la Sala Musica di via Magenta n.13, Suvereto.
I concerti al Museo di Storia Naturale si svolgeranno in Sala del Mare.

APPROFONDIMENTO SUI LUOGHI DEI CONCERTI

La fortezza vecchia rappresenta il monumento simbolo della Livorno medicea. Disegnata dal fiorentino Antonio da Sangallo fu iniziata nel 1521 e terminata sotto il Duca Alessandro dei Medici nel 1534.
Arrivando via acqua ci sorprende per il suo colore rosso toscano, per il suo aspetto massiccio e solido, alleggerito dalla rotondità dei bastioni, dall’obliquità delle pareti che le conferiscono una certa eleganza.
Il suo valore storico è arricchito dal fatto che contiene al suo interno edifici più antichi, come la torre quadrata, citata nel 1103 nell’atto di donazione del villaggio livornese della contessa Matilde di Canossa in favore dell’opera del duomo di Pisa, la torre circolare, realizzata nel 1241 circa, formata da due cilindri concentrici tra i quali corre una scala in muratura a struttura elicoidale e la quadratura dei Pisani, rocca di forma quadrata costruita da Puccio di Landuccio e Francesco di Giovanni, sovrastata da un’area perimetrale dedicata al camminamento. Quando Cosimo, il primo Granduca della Toscana, iniziò il progetto per la costruzione del porto di Livorno si fece costruire un palazzo all’interno della Fortezza, proprio per poter seguire da vicino i lavori di questa grande impresa. L’edificio fu costruito in appoggio al lato est della Quadratura dei Pisani , un loggiato lo collegava ad una cappella dedicata a San Francesco.. Il suo successore Francesco fece costruire il suo palazzo sul bastione della Canaviglia, il lato più estremo del forte rivolto verso il mare.
Prima che una striscia di asfalto la collegasse alla terra, la fortezza era interamente circondata dal mare, si accedeva attraverso un sistema di chiatte galleggianti che permettevano l’ingresso anche con cavalli e carrozze.
Nell’800 accolse i forzati delle galere, nel Risorgimento fu il carcere per i prigionieri politici tra i quali Francesco Domenico Guerrazzi, Enrico Bartelloni e Don Maggini.
Duramente danneggiata dai bombardamenti è stata restaurata nel dopoguerra.
I locali della Fortezza hanno visto nascere il Livorno Music Festival, ospitando sin dal primo anno, Master Classes e concerti.

I Bottini dell’olio, a Livorno, costituiscono una delle più caratteristiche architetture del quartiere della Venezia Nuova. In origine erano destinati al deposito dell’olio; in anni recenti hanno ospitato esposizioni periodiche e una sezione della Biblioteca Labronica. Il piano terra fa parte del percorso espositivo del “Museo della Città“. Furono eretti nel 1705 in un’area ancora non urbanizzata della Venezia Nuova, e pochi decenni dopo, nel 1731, l’edificio fu ingrandito sotto la direzione di Giovanni del Fantasia e su disegno di Antonio Foggini. Successivamente, con la costruzione di alcuni magazzini privati, i Bottini persero la loro importanza e furono utilizzati come deposito di determinati generi alimentari. Inoltre, sul finire del XIX secolo, con l’interramento del vicino Canale, la struttura fu privata di un collegamento diretto con il porto. Durante la seconda guerra mondiale l’immobile fu danneggiato ed in seguito adibito al ricovero dei senzatetto; nel dopoguerra fu completamente isolato ad ovest per l’abbattimento delle adiacenti Case Pie, ad esclusione della piccola chiesa dell’Assunzione e di San Giuseppe. Attualmente il locale stato completamente ristrutturato ed è utilizzato per esposizioni e convegni mentre il piano superiore ospita la Biblioteca Labronica.

Il Cisternino di città è un elegante edificio neoclassico costruito nella prima metà dell’Ottocento per soddisfare il fabbisogno idrico del centro di Livorno. È ubicato in via Grande, tra piazza Guerrazzi e piazza della Repubblica.La costruzione del Cisternino di città è legata al compimento dell’Acquedotto Leopoldino, iniziato sul finire del Settecento per potenziare le risorse idriche di Livorno e dei suoi sobborghi. Il serbatoio, detto appunto Cisternino di città per distinguerlo dalle altre cisterne poste al di fuori del centro abitato, tuttavia non entrò mai in funzione, forse per le complicazioni insorte con la costruzione della nuova piazza sul Fosso Reale, che con la sua volta avrebbe ostacolato il passaggio delle condotte provenienti dalla vicina Gran Conserva. Successivamente, a seguito dei bombardamenti della seconda guerra mondiale, il piccolo serbatoio di città fu quasi completamente isolato dalle costruzioni circostanti con la realizzazione di una nuova ed incongrua facciata rivolta verso nord, mentre la vasca interna fu divisa a metà con la costruzione di un nuovo solaio per ospitare i locali della Casa della Cultura. Dopo un lungo periodo di chiusura, in data 11 novembre 2017 l’edificio è stato riaperto al pubblico e trasformato in uno spazio pensato per catalizzare la partecipazione della cittadinanza nei diversi ambiti di intervento comunale.

Nei primi decenni dell’Ottocento, grazie allo sviluppo del turismo balneare, Livorno era divenuta una meta molto frequentata dalla borghesia italiana ed internazionale favorendo il sorgere di importanti strutture ricettive, quali i Casini d’Ardenza, il palazzo Caprilli e dell’Hotel Palazzo, noto anche come Palace Hotel.
La realizzazione del vasto edificio fu voluta da Bernardo Fabbricotti. L’albergo, progettato da Enrico Azzati, fu inaugurato nel giugno del 1884 e successivamente, per alcuni anni, fu affidato alla gestione del cavaliere J. Spatz, dal quale prese momentaneamente il nome.
Si narra che tra gli ospiti illustri dell’Hotel vi fossero anche reali come il Re Umberto I e la Regina Margherita di Savoia.
Il Grand Hotel Palazzoè ospita sin dalle prime edizioni, i concerti del Livorno Music Festival.
Sito: www.ghpalazzo.it

Il Mercato delle vettovaglie, detto anche Mercato Centrale o coperto, si innalza sugli scali Aurelio Saffi, lungo il Fosso Reale di Livorno.
È una delle più interessanti costruzioni livornesi della seconda metà del XIX secolo, in cui si avverte peraltro l’influenza delle grandi architetture del ferro e del vetro ottocentesche.
Non si può comprendere la rilevanza strategica e strutturale del Mercato Centrale se non la si inquadra nel contesto dello sviluppo della città di Livorno che, a seguito dell’assunzione del titolo di Porto Franco (11 marzo 1675), porta la città ad assumere un ruolo molto importante nel Mediterraneo nell’ambito commerciale.
I canali che si diramano dal porto divengono il cuore intorno al quale cresce la città con l’affaccio diretto delle abitazioni e dei magazzini.
Il Mercato Centrale, anch’esso collegato e raggiungibile dalla via d’acqua con un proprio accesso diretto, è una perla dell’architettura di fine ottocento, vitale centro di attività commerciali e meta, da qualche tempo, di visitatori e turisti.
Il Mercato delle Vettovaglie fu realizzato nel 1894 seguendo il modello delle vecchie Halles parigine ed è, come dimensioni, la seconda struttura mercatale in Europa.

Il palazzo Gherardesca occupa gran parte della via Galileo Galilei già via dei Riseccoli, così denominata per il corso d’acqua che scorreva lungo la strada.
Il grandioso edificio in stile neoclassico che prende il nome dall’architetto che l’ha disegnato, Alessandro Gherardesca, è nato come casa di accoglienza per poveri, orfani e anziani con il nome Casa Pia di Sant’Andrea, popolarmente conosciuto con il toponimo Il ricovero. Il Palazzo completato da Angiolo della Valle fu inaugurato nel 1861. E’ affiancato dall’asilo Carlo Grabau, dove, nel cortile coperto, si trovava il gruppo scultoreo di Paolo Emilio Demi, La madre educatrice, poi trasferito dentro la Villa Fabbricotti. La facciata è arricchita da un porticato definito da una successione di volte a vela, che conduce a un cortile interno, dove possiamo ammirare la scultura sonora dell’artista livornese Antonio Vinciguerra. Da qui si dipanano lunghi corridoi, dove si affacciano i vari ambienti, mentre sul lato opposto del cortile è presente la cappella interna a pianta rettangolare decorata con pitture murali, sempre di Vinciguerra. Al centro del cortile esterno all’edificio è collocata una composizione marmorea di Temistocle Guerrazzi raffigurante una figura maschile con l’uniforme della guardia civica e una donna in ginocchio, con un bambino in braccio, nell’atto di trattenere con la mano l’uomo. L’opera, qui collocata nel 1904, in occasione del centenario della nascita del fratello dello scultore, Francesco Domenico Guerrazzi, rappresenta gli esuli, costretti ad abbandonare le proprie città per aver partecipato alle guerre di Indipendenza, nel periodo risorgimentale.
Il complesso, danneggiato durante la seconda guerra mondiale, dopo un periodo di abbandono ed un lungo restauro, ospita l’Istituto musicale “Pietro Mascagni” e alcuni uffici della Provincia di Livorno. I locali della Villa ospitano i corsi del Livorno Music Festival.

Il Museo Provinciale di Storia Naturale di Livorno fu istituito nel 1929 sulla base del ricco materiale scientifico del Gabinetto di Storia Naturale dell’Istituto Tecnico “Amerigo Vespucci”, raccolto tra il 1871 ed il 1909 da illustri naturalisti livornesi. Purtroppo durante i bombardamenti del 1944 il patrimonio naturalistico andò distrutto. Dopo la guerra il Museo fu trasferito presso l’Acquario Comunale e nel 1952 fu riaperto al pubblico.
Nel 1980, finalmente il Museo viene trasferito nell’attuale sede di Villa Henderson, il cui edificio principale, completamente ristrutturato, ospita il cuore operativo dell’Istituto.
Il progetto di recupero e di ristrutturazione del complesso edilizio di Villa Henderson ha portato alla definizione di due fasi principali: la prima costituita da un’indagine sulla storia e le condizioni dell’impianto; la seconda dall’applicazione di un metodo specifico con il fine di ricercare le risposte compatibili sia da un punto di vista architettonico che economico. La collocazione del Museo in Villa Henderson, posto fra Villa Fabbricotti, Villa Lloyd, Villa Mimbelli e la Terrazza Mascagni (dove è situato l’acquario), viene intesa anche come realizzazione di un’asse di collegamento Est-Ovest, trasversale ed alternativo agli esistenti percorsi nord-sud della città. Asse che, per gli interessi che può suscitare nei cittadini, offre la possibilità di decongestionare il centro urbano, organizzando e riqualificando altri settori del territorio. L’antica immagine di un Museo chiuso in se stesso viene così rivista come un elemento di un sistema urbano aperto e polivalente. Nell’edificio principale della settecentesca Villa Henderson, collegato con il settore espositivo e con l’auditorium, è stato organizzato il settore tecnico-amministrativo che comprende la Direzione, la Segreteria, gli uffici dei Conservatori, la sala grafica, i Laboratori per i Gruppi di studio, la Biblioteca e la sala lettura.
Sito: musmed.provincia.livorno.it

Il Museo Piaggio è stato inaugurato nel marzo del 2000 nei 3.000 metri quadrati dell’ex officina attrezzeria, uno dei corpi di fabbrica più antichi e affascinanti del complesso industriale di Pontedera, dove l’azienda insediò la propria produzione a partire dai primi anni Venti del ‘900. Il Museo è nato per conservare e valorizzare il patrimonio storico di una delle più antiche imprese italiane e si pone l’obiettivo di ricostruire le vicende di Piaggio e del suo Territorio ripercorrendo un lungo tratto di storia italiana, fatto di trasformazioni economiche, di costume e di sviluppo industriale, attraverso l’esposizione dei suoi prodotti più famosi e rappresentativi e grazie alla ricchissima documentazione conservata nell’Archivio Storico.
Da anni ormai il Museo ospita i concerti del Livorno Music Festival.
Sito: www.museopiaggio.it

Fu edificato nel 1288 dall’Ordine dei frati minori; soppresso nel 1808 durante il regno di Elisa e Felice Baciocchi, fu radicalmente modificato e ridotto ad uso abitativo; attualmente sono individuabili resti della chiesa e del campanile, inglobati in costruzioni civili, mentre è conservato, sebbene chiuso in uno dei suoi lati, il chiostro. Accanto a quest’ultimo sorge la chiesa del Crocifisso.
Recentemente, dopo un lungo ed attento restauro è stato aperto il lato cieco del chiostro, riportandolo all’antico splendore.
Dopo le operazioni di restauro sono stati effettuati scavi che hanno portato al rinvenimento di alcuni scheletri umani, attribuibili a frati in attività nel convento.